Deboli schiarite alla “Delfico”

TERAMO – Dopo la variazione di bilancio con cui la Provincia ha portato quest’estate da 20mila a 50mila euro le risorse per il 2011 della “Delfico”, la situazione della Biblioteca è un po’ migliorata. Sarà possibile acquistare circa quattrocento riviste e diversi volumi e continuare a pubblicare il quadrimestrale “Notizie dalla Delfico”, anche se nella forma “economica” di un numero unico che, come già avvenuto nel 2010, riunisca i tre fascicoli del 2011 (il periodico esce da venticinque anni e la “Delfico” è tra le pochissime biblioteche italiane – appena dieci – a stampare una rivista). Una piccola schiarita insomma c’è stata, ma le problematiche di fondo restano, e addirittura molti teramani sarebbero pronti a intervenire di tasca propria. Certo è che, oggi più di ieri, quelli della “Delfico” sono problemi di prospettiva. Questioni “antiche”, in parte sollevate sin dal 2001 col forum “Quale futuro per la Delfico?”, e che si sono pian piano amplificate con le progressive riduzioni di fondi (121mila euro nel 2007, 80mila circa nel 2008 e nel 2009 e 46mila nel 2010), fino a deflagrare nella lettera aperta che il direttore della biblioteca, Luigi Ponziani, ha inviato mesi fa al presidente della Provincia, Valter Catarra (prima in forma privata e poi pubblica). “Se nel 2012 avessimo di nuovo a disposizione soltanto 50mila euro – dichiara Ponziani – la “Delfico” sarebbe come un corpo che, sottoposto a forzate cure dimagranti, perde tonicità e non riesce più a recuperare il tempo perduto. Strutture come la nostra o pensano in prospettiva oppure no. Per rispondere in modo adeguato alle esigenze di studio e ricerca dei tanti utenti che ogni giorno hanno bisogno di libri e materiali su cui lavorare, servono 150mila euro annui”. “In linea di principio – prosegue Ponziani – per la “Delfico” la soluzione ideale è che la gestione faccia capo a un ente locale, in questo caso la Provincia, ma se così non può essere, bisogna pensare a soluzioni alternative, per esempio una fondazione, come del resto ipotizzato dagli stessi amministratori”.